Tremonti stai attento! La cena degli ossi non è stata digerita dal Pdl
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Tremonti stai attento! La cena degli ossi non è stata digerita dal Pdl

La cena, la sparata di Parigi, le minacce del Giornale, l'inchiesta di Marco Milanese. Il Pdl sta preparando un dossier su Giulio Tremonti?

Tremonti stai attento! La cena degli ossi non è stata digerita dal Pdl

Ho negli occhi una immagine. 14 Dicembre 2010, Berlusconi ottenne la fiducia grazie all’agopuntura negativa che Scilipoti fece all’opposizione e all’Idv, ma c’era lì, sul carro dei vincenti, uno che sembrava aver perso la partita: GiulioTremonti, le cui labbra proprio non volevano saperne di schiudersi, proprio non riusciva a condividere l’allegria di Mario Pepe, l’uomo che, stando ai rumors del transatlantico, era riuscito a dirottare un paio di persone e ad assicurare il prosieguo della legislatura.
La sua faccia diceva: “Anche questa volta è andata male. Anche questa volta non farò il premier”.
Il commercialista di Sondrio non ha mai nascosto le sue ambizioni di successione a LUI, solo che LUI e quelli intorno a LUI lo vedono come il fumo negli occhi, e la lista dei pretendenti si allunga di giorno in giorno, per un Franco Frattini in declino ecco spuntare la pelata di Angelino Alfano, una Mara Carfagna in calo fa posto alla botulinica Daniela Santanchè.

 

Giulio Tremonti ha da tempo deciso che se non può ingraziarseli che almeno lo temano. Il fatto che tenga i cordoni della Borsa lo ha favorito e lo sta favorendo nella creazione del suo sistema. No, no e no, i soldi li do a chi dico io; e per gli altri? Promesse di calci a Renato Brunetta e litigi furiosi con Stefania Prestigiacomo, ma soprattutto una marea di nomine amiche in ministeri, agenzie, dipartimenti et similia.

Il 2011 di Giulio Tremonti si è aperto con un deciso smarcamento dalle euforie del premier sulla crisi, la sparata a Parigi non è piaciuta a Silvio ed ai suoi leccapiedi; come si permette di dissentire dalle veline (non quelle in carne e culi) che il premier fa girare e che devono essere ripetute in ogni occasione?

E che dire della cena degli ossi del Superministro con Umberto Bossi, Roberto Calderoli, Roberto Castelli, Giampaolo Gobbo, Massimo Ponzellini, Aldo Brancher, Bossi la trota ed altri, ma Luca Zaia non c’era perché impegnato.

Tutti leghisti tranne Aldo Brancher, l’ambasciatore del Pdl per la Padania, l’uomo della riappacificazione nel 1998 tra Bossi e Berlusconi, e Giulio Tremonti, che da un po’ di tempo a questa parte si trova più in sintonia con il senatur che con il Cavaliere.

Un altro “intruso” era Massimo Ponzellini, l’ormai dichiarato banchiere della Lega, messo da Bossi a capo della Banca Popolare di Milano, peraltro anche presidente della Impregilo, company implicata in modo sospetto nella gestione dei rifiuti di Napoli e nel Terremoto a L’Aquila.

Quella cena proprio non è stata gradita, sono partiti gli avvertimenti dei quotidiani di famiglia Berlusconi a “non fare come Fini”, con allusioni neanche tanto velate all’inchiesta napoletana che vede coinvolto un collaboratore stretto del ministro, l’ufficiale della Guardia di Finanze (sempre loro, ricordate i Niccolò Pollari e i Roberto Speciale?) originario di Cervinara, che si sta rivelando un nido di faccendieri, era di Cervinara anche Pasquale Lombardi della P3.

Marco Milanese, a volte descritto come ex ufficiale ma che in realtà con il decreto Milleproroghe 2009 potrebbe tornare a rivestire la divisa e diventare anche generale, è accusato di corruzione dalla Procura di Napoli perché avrebbe favorito una banda (una cricca) che organizzava truffe e raggiri in Campania, l’inchiesta si chiama Operazione Malta.
L’inchiesta di Milanese verrà usata per ridurre la boria del ministro, che è sempre stato zitto mentre Cosentino, Scajola e Berlusconi finivano nella macchina spargifango? E se non ha difeso nessuno perché dovrebbe essere difeso?

Ma Milanese è più amico di Cosentino che non di Bocchino, screditando Marco Milanese si favorirebbero ancora di più la Carfagna e Bocchino.

E’ questo che vuole il Pdl per la Campania? Non credo.

La realtà è che una regia unica, in questa guerra Pdl per bande, dove ognuno cerca di difendere il suo, quale che sia, feudo personale, non si riesce a scorgerla. Forse non c’è. 

Massimo Bencivenga 

 
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