14 Febbraio: San Valentino è il patron delle orge e non degli innamorati! Leggere per..
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14 Febbraio: San Valentino è il patron delle orge e non degli innamorati! Leggere per..

La festa di San Valentino del 14 Febbraio è la rivisitazione in chiave moderna e cattolica della festa..

14 Febbraio: San Valentino è il patron delle orge e non degli innamorati! Leggere per..

Tra poco meno di 2 settimane, il 14 Febbraio, ci sarà la festa di San Valentino, la festa degli innamorati. Lasciamo per un attimo perdere chi era e cosa ha fatto tal San Valentino per meritare l’onore di essere il patrono degli innamorati e concentriamoci sulla data della festa, sul perché in questo periodo, il 14 febbraio e non, per esempio, il 14 Marzo; in seguito vedremo che anche quella data sarebbe stata ottima per la ricorrenza.
Lasciamo per un attimo perdere tutto ciò e concentriamoci sul sincretismo religioso che permea tante feste cristiane e non.
Ora San Valentino non è una festa cristiana.

Lo è però il Natale sul quale è stato invece operato il sincretismo del Sol Invictus.
La celebrazione romana del Sol Invictus fu sostituita dai cattolici con la natività di Cristo, ma a sua volta il Sol Invictus romano era un retaggio del culto di Eliogabalo, il quale affondava le origini nel mito dell’Horus egiziano e del Mitra iranico (passatemi il termine).
In altre parole si prende una festa, una ricorrenza di una religione e la si riadatta ai nuovi culti. Molte volte la stessa identica cosa è accaduta anche con i monumenti: il Tempio di Giove a Baalbek in Libano ed il Pantheon a Roma sono esempi illuminanti. L’appena passata festa della Candelora, che apre il mese di San Valentino, era una delle giornate dedicate ai sabba delle streghe (insieme a Ognissanti, a Calendimaggio e al 1 Agosto). In alcuni precedenti articoli abbiamo messo in relazione il Carnevale ad un’orgiastica festa della fertilità, intesa in senso di ciclo stagionale, forse patrocinata in passato da Dioniso.
Ebbene anche San Valentino è una festa, un inno alla fertilità, ma inteso propriamente, questa volta, in termini squisitamente sessuali. San Valentino, e la festa degli innamorati, sono la versione edulcorata ed a uso e consumo dei cattolici della festa romana dei Lupercali. I Lupercalia erano un’antica festa di purificazione e fertilità, nell’antichità tutto il mese di mese di Febbraio era un periodo dedicato alla purificazione e alla fertilità; con il chiaro e palese obiettivo di celebrare gli antenati e aspettando, nel contempo, la rinascita e la fertilità solitamente associate alla Primavera. Il nome della festa proviene da Lupercale, la grotta sul colle Palatino dove la leggenda narra che Romolo e Remo furono allattati ed allevati da una lupa. Una capra o un cane venivano sacrificati ed il sangue versato sulla testa di alcuni ragazzi e lavato via con il latte, una cerimonia volta a simboleggiare la morte e la rinascita. I giovani avrebbero allora dovuto correre, vestiti di pelli di animali, intorno al colle Palatino, circa 5 km, tracciando il cerchio originario dei confini della città disegnati da Romolo nel giorno della fondazione di Roma. Insieme a loro, giovani donne correvano e veniva colpite dai februa, strisce di pelle di animali sacrificati, probabilmente insanguinate, simbologicamente benedicendole con la fertilità.

 

Non solo, i nomi delle donne e degli uomini single venivano messi in un’urna e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che, per un anno intero, avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie.

Capito? L’amore e le frecce di Cupido c’entrano poco. Anzi, niente. Nessun amore puro e folgorante, nessuno scampanellio né farfalle nello stomaco: solo sesso e sopravvivenza.

Detto questo chi era invece questo San Valentino? San Valentino era un vescovo di Terni (la regione dei Baci Perugina, guarda che combinazione!) lapidato e poi decapidato nel 270 d.C. La leggenda ci riferisce che, mentre Valentino era in prigione in attesa dell’esecuzione, lo stesso sia “caduto” nell’amore con la figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla e che, in seguito, le avesse firmato il seguente messaggio d'addio: “Dal vostro Valentino”. Non ancora San. Che venga da questo episodio anche l’espressione “l’amore è cieco?”.

Di certo con San Valentino siamo passati da una festività straordinariamente simile ad un baccanale orgiastico alla ricorrenza di un amore più dolce e tenero, da piccioncini. Alla luce del significato di fertilità dell’originaria festa di San Valentino ecco allora che diventa evidente perché ho detto che anche il 14 marzo avrebbe potuto essere una data buona, per certi versi anche migliore in quanto più vicina all'equinozio di Primavera.  
Ma a voi non sembra che l’antica festa di San Valentino sia, ai nostri occhi, una vera e propria festa dei single anzichè degli innamorati?

Un’ultima nota, nella giornata dei Lupercali ci fu il famoso fattaccio di Marco Antonio che voleva incoronare con una corona d’alloro Giulio Cesare, che già era Imperatore. Non è ben chiara la dinamica Marco Antonio-Giulio Cesare riguardo al fattaccio.
Fatto sta che il gesto non piacque al Senato (forse qualche antico retaggio di un legame tra lupercali e regalità) e circa un mese dopo ci furono le Idi di Marzo. Ma questa è un’altra storia.

                                Massimo Bencivenga    

 
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