 Il blogger e scrittore Alessandro Girola ha partorito, agli inizi di Febbraio, l’idea di una dribble novel con base di partenza Howard Phillips Lovecraft.
Userò le parole dello stesso Girola per descrivere la dribble novel HPL 300 (il progetto si chiama così perché il limite è di 300 parole a capitolo).
Ho letto per la prima volta il termine “dribble novel” nell’introduzione di un romanzo di Jake Bible.Questa definizione riguarda quei lavori narrativi (romanzi, racconti etc) che nascono da “brandelli” molto brevi, note o appunti di 100-300 parole, spesso scritti incidentalmente, ovvero come appunti per manoscritti più ampi, da sviluppare. A volte ciò non accade ma tali appunti possono essere ricuciti per comporre un’opera a se stante
Lo scrittore è stato anche autore del setting del progetto Dueminutiamezzanotte, la prima round robin a carattere carattere supereroistico italiana.
Anche la dribble novel HPL 300 è collettiva, scritta da autori sempre diversi. Autori selezionati da Girola stesso.
E che autori!
Tra autori indie o pubblicati c’è buona parte della crème dell’underground fantastico, in ogni declinazione e sottogenere, nostrano. Gente con conoscenze enciclopedica e ben lesta di penna.
E il sottoscritto non era tra i 20 convocati.
Dal momento che avevo partecipato alla seconda stagione di Dueminutiamezzanotte con il quinto capitolo, contattai Girola e mi resi disponibile a entrare in gioco nel caso di qualche defezione.
La risposta di Alessandro, ben consapevole della mia insana passione per il calcio, fu entusiasmante: “Massimo, tu sei come Marco Simone. La mia prima riserva”.
La scorsa settimana c’è stato effettivamente un forfait, e allora Girola mi ha contattato. “Te la senti?”
Onestamente, visto il parterre, la cosa mi ha un po’ spaventato, ma poi ho accettato e son partito dal capitolo dell’amico Marco Valle, che aveva appena introdotto una donna misteriosa di nome Morrigan.
Morrigan. Appena ho sentito quel nome ho subito associato a Morrigan la parola Giudice perché m’è venuto in mente un personaggio del fumetto Nathan Never. Bene, mi son detto. Morrigan sarà un giudice. Poi ho scelto di far entrare in gioco la donna in nero con i cagnolini apparsa nei primi capitoli e che poteva, in una qualche misura, essere anche identificata con la Morrigan di Angelo e Marco che mi avevano preceduto nei capitoli tredici e quattordici.
Ma un giudice che fa? Ascolta le parti e giudica, giusto? Pertanto ho fatto apparire sulla scena la donna con i cagnolini e un uomo, quello macilento con il quadro. Più l’elemento folkloristico di un nano come assistente e cancelliere della Morrigan.
I due protagonisti umani, Roberto e Sandro, avevano reagito ora con razionalità ora più emotivamente alle precedenti rivelazioni; allora ho pensato di bilanciare in qualche modo le cose introducendo, accanto alla componente più concreta e razionale (si fa per dire!) del feto, la dimensione emotiva e artistica, nonché soggettiva, del quadro, inteso come contenitore e varco per un altro essere non di questo mondo. Il nome Es’malalael ovviamente me lo sono inventato di sana pianta. Se c’è qualcosa di simile io non ne sono a conoscenza.
A parer mio tutto è pronto per il Rituale, a patto che arrivino i legali degli Antichi.
Ho fatto bene? Ho fatto male?
Saranno i commenti, e magari chi seguirà a me a farmelo capire.
Posso però dire di essermi ed eccome divertito.
Massimo Bencivenga |
