 Ci sono immagini che hanno cambiato il mondo. Chissà chi erano i soldati con la bandiera americana a stelle e strisce sull’isola di Iwo Jima, o la ragazza nuda nell’olocausto nucleare del Giappone, o i manifestanti di Tienamen, così come sono tanti gli scatti memorabili, quelli a Kennedy o alle Torri Gemelle e così via. Una delle immagini shock di questo scorcio di millennio sarà l’immagine della giovane iraniana Neda Soltani in una pozza di sangue e con gli occhi spenti a guardare il cielo, a chiedere il perché e a maledire un Dio che l’ha fatta nascere e morire in Iran. Se era largamente preventivabile una vittoria, anche con brogli, ma questo io e gli italiani possiamo solo ipotizzarlo, non avendo in mano altro che sapere cosa le dittature intendono quando parlano di libere elezioni. Per dirla in altre parole, spero meno arzigogolate, non possiamo sapere se effettivamente ci sono stati brogli elettorali, ma sicuramente non è con una repressione selvaggia che si dimostra il contrario.
Non in una sedicente democrazia. Non arrestando almeno 500 persone arrestate, non dopo la morte di almeno 10 persone. E queste cifre vanno prese con beneficio d’inventario in un paese che ha bloccato ed oscurato siti e portali di social networking come youtube, twitter, friendfeed. Queste cifre non possono essere esatte in uno sterminato paese dove un gruppetto di vecchie cariatidi, il Consiglio dei Guardiani, si chiude in conclave per decidere quando devono essere lunghe le gonne delle donne o in che modo devono portare i capelli.
E proprio una donna, poco più di una ragazzina, con la sua morte, con la sua giovane vita spezzata avrà, si spera, il potere di far aprire gli occhi del mondo sulla reale situazione in Iran. Che si ricordino di lei, e di altri ed altre come lei, quando per ragioni di convenienza i politici nostrani parlano di democrazie alludendo a delle dittature. E ogni riferimento a Berlusconi e all’incontro con il colonello Gheddafi non è assolutamente casuale, ma anzi citato come case history della mistificazione propedeutica ad appalti commerciali che il governo Berlusconi assegnerà, senza alcun bando, ad imprese “amiche”; in tal senso particolarmente soddisfatta dell’arrivo di Gheddafi in Italia è stata Luisa Todini della Todini Costruzioni S.p.A ed ex eurodeputata. Non sforzatevi troppo di capire con quale partito.
Perché la morte in diretta di una ragazza dovrebbe sortire maggior effetto e farci aprire gli occhi su un governo? Perché mai dovremmo sorprenderci proprio adesso dell’Iran?
Non è così semplice da spiegare, ma l’uomo non è in grado di entrare in empatia con il dolore di migliaia di persone, mentre si appassiona alle singole storie. Un famoso scrittore libanese ha recentemente riferito che durante la guerra civile, sotto un bombardamento incrociato, i libanesi stessi trepidavano per la sorte di un bimbo italiano in un pozzo. Il bambino si chiamava Alfredino Rampi. Sono migliaia le vittime invisibili delle dittature, lo sappiamo, ma per quanto enorme un freddo numero non ci smuove come una sventurata, singola vita spezzata. Il guaio è che, per evitare altre Neda Soltani, converebbe, e mi riferisco al mondo occidentale, non fare niente ed evitare di inasprire il già complicato scontro religioso e di civiltà. Solo che non intervenendo difficilmente le cose...
Massimo Bencivenga
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