La Russa e i militari, ma Wikileaks dice che gli italiani in Afghanistan...
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La Russa e i militari, ma Wikileaks dice che gli italiani in Afghanistan...

Wikileaks dice che gli italiani in Afghanistan non sono in missione di pace...E spunta un curioso file Berlusconi. In guerra la prima vittima è sempre la verità!

La Russa e i militari, ma Wikileaks dice che gli italiani in Afghanistan...

La tragedia che ha colpito quattro nostri connazionali militari in Afghanistan ha fatto escalamare al ministro La Russa qualcosa del tipo “armiamo i nostri caccia”.
Un argomento delicato per l’Italia, una ipotesi che potrebbe, non tanto teoricamente, entrare in forte contrasto con l’articolo 11 della Costituzione Italiana.
Mentre Iganzio La Russa dice questo il contestato sito Wikileaks smentisce la “missione di pace” riferendo che da circa un anno e mezzo i nostri connazionali hanno decisamente cambiato atteggiamento partecipando attivamente a conflitti a fuoco, in operazioni spesso congiunte insieme ad americani ed inglesi.
A volte i nostri hanno compiuto, a seguito di un qualche morto, delle vere e proprie rappresaglie.

 Vero Task Force 45? Vero Vampiri? Vero Lupi?
Sono i nomi di battaglia di alcuni nostri reparti.
Una decisa impennata si è verificata con l’arrivo e la presenza dei parà in Afghanistan, ovviamente non si può imputare a loro questa verve decisamente più pugnace e combattiva, i militari e le missioni sono regolamentate dal politici, dal Parlamento.
Questa escalation veniva riferita anche dai generali italiani in congedo in Italia, veniva riferita a chi voleva e poteva capire dal momento che le espressioni erano in "militarese".
Ed allora, stando a Wikileaks, un sito molto contestato dall’amministrazione Usa e dalla CIA, qualcuno ha dato nuove disposizioni senza passare per la consultazione ed il dibattito americano.

 

File dopo file, Wikileaks riferisce le azioni degli italiani con marines e seal; particolarmente amati dagli alleati americani sembrano essere i nostri Mangusta, elicotteri che sembrano essere progettati proprio per operare in un teatro orografico come quello afghano.
Per una volta possiamo dire che Italia (Agusta, che è ancora un po’ italiana) batte America (Sikorsky e Hughes).
In non poche occasione la maneggevolezza e il volume di fuoco dei nostri Mangusta ha aiutato americani ed alleati sia negli attacchi quanto nelle coperture.
Già, le coperture, gran parte di quello che accade in Afghanistan arriva nelle nostre case coperto.

 

Gli scontri e gli allarmi per gli italiani sono quasi quotidiani, così come le diserzioni all’interno delle forze regolari che gli italiani dovrebbero “istruire”, militari e polizia che spesso passano per paura o per soldi tra le fila dei Talebani o Taliban.

Spesso i “poliziotti ufficiali” afghani sono in combutta con i sequestratori. Sequestrare le persone è tuttora una delle attività più redditizie del paese, soprattutto considerando che i soldi, pur stanziati, destinati a pagare gli stipendi ai poliziotti ufficiali non arrivano a destinazione e si volatilizzano lungo strada.

L’ottimismo, in simili condizioni, sulla riuscita dell’operazione è qualcosa che francamente sembra appartenere più ad una mistica dogmatica piuttosto che a considerazioni pragmatiche di Realpolitik spiccia.

Vuoi vedere che magari aveva ragione Stanley McChrystal, il generale destituito, per far posto all’eroe (?) dell’Iraq David Petraeus, perché in disaccordo con la linea Obama?

McCrhrystal aveva parlato di Pantano Afghanistan, di nuovo Vietnam (una parola che fa venire l'orticaria agli americani), di guerra persa o vittoria difficile. Tutte cose non troppo gradite ai poliziotti del mondo.

Dunque, da un lato abbiamo La Russa che chiede più interventismo, il che significherebbe giocoforza andare in Parlamento a ridefinire le regole d’ingaggio, e la natura della missione in Afghanistan, espondosi al fuoco di fila delle forze sinistrorse e di pace che potrebbero appellarsi all’articolo 11 della Costituzione; per un altro verso abbiamo i nostri militari impegnati in combattimenti e non in missione di pace, ogni tanto ci scappa un morto e tutti a domandarci “ma non siamo in missione di pace?”.

No, siamo in guerra ed in guerra la prima vittima è sempre la verità.

Last but not least nei documenti di Wikileaks compare un file chiamato “Berlusconi” risalente al Febbraio del 2008, un file nei quali si tratteggia la nascita di una protesta anti-americana e anti-Karzai nel nord del paese, una zona dominata da sempre dal famoso signore della guerra Dostum, un alleato della prima ora degli Usa all’indomani dell’11 Settembre, ma che forse si è sentito un po’ escluso nella spartizione del paese post talebani.

Sì, ma come mai il file di una ipotetica resistenza antiamericana è contrassegnato come Berlusconi?

Massimo Bencivenga


 

 
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