Le regole del Conclave
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Le regole del Conclave

Tra una quindicina di giorni si aprirà (forse dovrei dire si chiuderà) il 75-esimo Conclave. Andiamo un po' a vedere alcune regole

Le regole del Conclave

 

Oggi è stato l’ultimo giorno di Papa Ratzinger, e tra una quindicina di giorni, in una Italia sgomenta e un po’ impaurita per la rinuncia della guida spirituale e per l’impasse politica, dovrebbe cominciare il Conclave che, per la cronaca, dovrebbe essere il numero 75, mentre i Papi sono stati in numero ben maggiore dal momento che Ratzinger era il numero 265.

L’idea di chiudere i porporati in un luogo isolato venne per la prima volta nel periodo che abbiamo imparato a conoscere come quello della Lotta per le investiture.
Nel corso degli anni ci sono state delle modifiche al protocollo, basti pensare anche alle nuove norme pensate dopo l’introduzione massiccia, anche tra i porporati di cellulari e smartphone, ma alcune regole, ben pensate e perfettamente oliate hanno resistito all’usura del tempo.



I cardinali, nel giorno che apre il conclave, si riuniscono nella basilica di San Pietro e celebrano la Missa Pro eligendo Romano Pontifice; nel pomeriggio gli stessi cardinali elettori, vestiti con abito corali, si recano in processione dalla Cappella Paolina verso la Cappella Sistina.
Durante la processione cantano il Veni Creator, e lì, nella Cappella Sistina troveranno i banchi per la votazione nel coro. Inutile dire che la Cappella Sistina è stata opportunamente bonificata e resa impermeabile a ogni intrusione (fisica e7o elettronica) dalle Guardie Svizzere e dalla Gendarmeria Vaticana, i due apparati di vigilanza e sicurezza guidati da, rispettivamente, Col. Daniel Anrig e dal generale Domenico Giani, un ex ufficiale dei servizi segreti italiani, i due saranno i sostituiti gli omologhi di Elmar Mäder e Camillo Cibin, che si occuparono della sicurezza del conclave e dei porporati nel 2005.
  

Giunti nel coro della cappella, il cardinale decano (oppure nell’ordine seguente, il vice decano o il più anziano dei cardinali elettori secondo l'ordine cardinalizio consueto di precedenza, se uno o più dei precedenti sia assente o impedito o sia un cardinale non elettore) pronuncerà per tutti gli elettori il giuramento:
“Nos omnes et singuli in hac electione Summi Pontificis versantes Cardinales electores promittimus, vovemus et iuramus inviolate et ad unguem Nos esse fideliter et diligenter observaturos omnia quae continentur in Constitutione Apostolica Summi Pontificis Ioannis Pauli II, quae a verbis « Universi Dominici Gregis » incipit, data die XXII mensis Februarii anno MCMXCVI. Item promittimus, vovemus et iuramus, quicumque nostrum, Deo sic disponente, Romanus Pontifex erit electus, eum munus Petrinum Pastoris Ecclesiae universae fideliter exsecuturum esse atque spiritualia et temporalia iura libertatemque Sanctae Sedis integre ac strenue asserere atque tueri numquam esse destiturum. Praecipue autem promittimus et iuramus Nos religiosissime et quoad cunctos, sive clericos sive laicos, secretum esse servaturos de iis omnibus, quae ad electionem Romani Pontificis quomodolibet pertinent, et de iis, quae in loco electionis aguntur, scrutinium directe vel indirecte respicientibus; neque idem secretum quoquo modo violaturos sive perdurante novi Pontificis electione, sive etiam post, nisi expressa facultas ab eodem Pontifice tributa sit, itemque nulli consensioni, dissensioni, aliique cuilibet intercessioni, quibus auctoritates saeculares cuiuslibet ordinis et gradus, vel quivis hominum coetus vel personae singulae voluerint sese Pontificis electioni immiscere, auxilium vel favorem praestaturos.”

In seguito, ciascun cardinale, singolarmente, si reca all'Evangeliario e pronuncia l'ultima parte del giuramento: “Et ego N. Cardinalis N. spondeo, voveo ac iuro.”
Posta la mano sul Vangelo, prosegue: “Sic me Deus adiuvet et haec Sancta Dei Evangelia, quae manu mea tango.”
Dopo che tutti i cardinali avranno pronunciato il giuramento il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, pronuncia infine: “Extra omnes.”

Quest’ultimo comando invita tutti gli astanti, fuorché lo stesso maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, l’ecclesiastico incaricato di tenere la meditazione e i cardinali elettori, a uscire dalla Cappella Sistina.
Il Maestro chiude la porta di accesso sotto chiave (Cum Clave).

L'ecclesiastico conduce la sua meditazione concernente i problemi della Chiesa e le qualità che il nuovo eletto dovrà possedere. Dopo la sua meditazione l'ecclesiastico lascia la Cappella insieme al maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Seguono le preghiere. Il cardinale decano chiederà se vi sono ancora dubbi relativi alle procedure.
Con la chiarificazione dei dubbi, le operazioni di voto possono cominciare. I signori cardinali arrivati dopo l'inizio del conclave sono comunque ammessi.

Un cardinale malato può lasciare il conclave e poi esserne riammesso, un cardinale che lasci il conclave per qualsiasi altra ragione, non può ritornarvi. Anche se nel passato i cardinali elettori potevano essere accompagnati da assistenti (“conclavisti”), ora solo un infermiere può accompagnare un cardinale che per motivi di salute necessita di assistenza, come confermato dal Collegio dei Cardinali. Per assolvere alle incombenze dell'elezione dovranno essere disponibili il segretario del collegio dei cardinali, Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, due cerimonieri, due religiosi addetti alla sacrestia pontificia e un ecclesiastico assistente del decano del collegio dei cardinali, tutti preventivamente approvati dal camerlengo di Santa Romana Chiesa e dai suoi tre cardinali assistenti pro tempore. Il camerlengo e i tre cardinali assistenti pro tempore sono obbligati a vigilare perché non venga violata la riservatezza sia prima sia durante sia dopo le operazioni di voto e di spoglio. La segretezza è imposta per tutta la durata del conclave: ai cardinali, ai conclavisti e a tutto il personale non è permesso rivelare informazioni in merito all'elezione. Ai cardinali è fatto divieto di conversare con persone fuori dal conclave o di comunicate per posta, per radio o per telefono. La violazione del segreto da parte del personale ammesso ad assolvere alle imcombenze del conclave è un reato punibile con la scomunica latae sententiae. Ai signori cardinali si fa ordine, graviter onerata ipsorum conscientia, di conservare il segreto anche dopo l'elezione del pontefice. Prima dell'inizio del conclave del 2005 furono utilizzate le più sofisticate tecnologie per identificare la presenza di dispositivi di sorveglianza o di intercettazione. La Universi Dominici Gregis vieta espressamente la presenza dei giornali, radio e televisione. Posto che la Universi Dominici Gregis abolisce le forme di elezione dette per acclamationem seu inspirationem e per compromissum, l'unica forma di elezione del Romano Pontefice ammessa è per scrutinium. Per la valida elezione sono richiesti i due terzi dei suffragi, conteggiati sul numero degli elettori presenti. Nel caso in cui il numero non sia divisibile per tre è necessario un voto in più. Agli scrutini si accede subito dopo la chiarificazione degli ultimi dubbi di voto. Nel caso in cui le elezioni inizino il pomeriggio del primo giorno di conclave, vi sarà un solo scrutinio. I giorni seguenti vi saranno due scrutini al mattino, due al pomeriggio. Ciascun scrutinio si divide in tre fasi:

 

Antescrutinium

Scrutinium vere proprieque

Post-scrutinium

Andiamo un po’ a vedere l’Antescrutinium. Questa prima fase prevede che i cerimonieri preparino e distribuiscano due o tre schede a ciascun cardinale elettore; che l'ultimo cardinale diacono estragga a sorte fra tutti i cardinali elettori, tre scrutatori, tre incaricati detti infirmarii che raccolgano i voti dei cardinali infermi presso la Domus Sanctae Marthae, e tre revisori; che i cardinali elettori, durante le votazioni, rimangano soli. Subito dopo la distribuzione delle schede, ma prima che gli elettori scrivano sulla propria scheda, il segretario del collegio dei cardinali, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie ed i cerimonieri escono. L'ultimo cardinale diacono chiude e apre la porta ogni volta si renda necessario (ad esempio quando gli infirmarii escono con una cassetta per raccogliere i voti dei cardinali infermi presso la Domus Sanctae Marthae, e poi ritornano).

Ciascun cardinale elettore dispone di una scheda di forma rettangolare, con riportata la scritta
“Eligo in Summum Pontificem..” sotto la quale ognuno scriverà con grafia non riconoscibile il nome del cardinale che intende eleggere a Romano Pontefice. E per oggi basta così…

Massimo Bencivenga

 

 
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