Morti bianche 2008: 1120. Morti Bianche 2012: 1180.
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Morti bianche 2008: 1120. Morti Bianche 2012: 1180.

La strage silenziosa continua...

Morti bianche 2008: 1120. Morti Bianche 2012: 1180.

 

Dopo la tragedia della ThyssenKrupp del Dicembre 2007, tanti telegiornali d’inizio 2008 erano soliti esordire con i bollettini quotidiani dei caduti sul lavoro. Da mesi a questa parte più nulla, tranne in casi eccezionali di morti multiple. Ma com’è la situazione? Negativa.

Nel 2008 i morti effettivamente calarono, passando dai 1207 del 2007 ai 1120 del 2008.
Ebbene, il 2012, l’anno dei Maya che ci siamo appena lasciati alle spalle, ha fatto registrare ben 1180 morti bianche, così sono chiamate le morti sul lavoro.
Una strage silenziosa, che pochi politici nominano persino in campagna elettorale; quando si dice tutto e il contrario di tutto.
Se proviamo a dividere il numero per 250 giorni lavorativi otteniamo 4 morti al giorno sul lavoro.

Le colpe? Difficile trovare un unico responsabile. I datori di lavoro, giustamente, perseguono il profitto; toccherebbe alla politica trovare le soluzioni. Ci sono leggi in materia di sì sicurezza sul lavoro? Eccome se ce ne sono. Il problema sono i controlli e le sanzioni. L’Asl può contare su circa 1850 tecnici della prevenzione, questi avrebbero il compito di controllare 4-5 milioni di aziende sparse in tutta Italia. Capite bene che l’impresa è proibitiva. E con i tempi che corrono, aumentare i controlli è pura utopia.

 

Dal punto di vista delle sanzioni, l’ultimo Governo Berlusconi, attraverso il Dlgs 106/09, ha dimezzato le sanzioni ai datori di lavoro, ai dirigenti, ai preposti, sostituendo, in qualche caso, l’arresto con l’ammenda. Ha altresì introdotto la salva-manager, che deresponsabilizza i datori di lavoro in caso di delega e subdelega, ha prorogato di 90 giorni l’obbligo della redazione della valutazione dei rischi (DVR) per le nuove imprese, ecc.

Modifiche che hanno stravolto il Testo Unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/08), voluto dal Governo Prodi proprio a valle della tragedia ThyssenKrupp.

Manca, infine, la certezza della pena per i responsabili delle morti sul lavoro. Spesso i processi per le morti sul lavoro si risolvono o con pene molto basse o, peggio ancora, con la prescrizione.

Un paese normale e civile, si dovrebbe impegnare nell’evitare che 4 lavoratori al giorno muoiano

Massimo Bencivenga 

 

 
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