L'evangelista Rick Santorum inguaia il mormone Mitt Romney
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L'evangelista Rick Santorum inguaia il mormone Mitt Romney

L'Alabama e il Mississippi, assegnate a Rick Santorum, complicano la vita del frontrunner Mitt Romney

L'evangelista Rick Santorum inguaia il mormone Mitt Romney

 

Il Santorum che non t’aspetti. La nuova tornata di primarie arride a Rick Santorum rendendo indigesta la settimana del compleanno di Mitt Romney. Cos’è accaduto? Qualche giorno fa avevamo detto che l’Alabama e il Mississippi avrebbero potuto essere importanti per Romney, qualora avesse convinto il profondo sud la sua nomination repubblicana sarebbe stata molto più certa.
Ebbene, ancora una volta il sud ha rimbalzato il mormone miliardario che ha fatto i soldi con la finanza licenziando senza dare nulla in cambio. In un altro post avevo messo in evidenza come la ricchezza di Romney, ottenuta in modo molto diverso da quella di Steve Jobs o di Bill Gates, avrebbe potuto rappresentare più un problema che un atout in una nazione che pure è abituata a vedere la ricchezza come una benedizione di Dio.
No, il sud evangelista e povero si rispecchia più in Santorum che in Romney, che ha il suo elettorato forte tra i redditi alti e molto alti. Newt Gingrich, nonostante queste altre due sconfitte, dice di non voler abbandonare la corsa, stessa cosa per Ron Paul. Non so cosa abbiano in mente, ma mi sembra chiaro che non scaldano le folle.
Anzi, a lungo andare potrebbero danneggiare il candidato più affine a loro.

 

 

E mi riferisco a Santorum; un ticket Santorum-Gingrich potrebbe avere la meglio su Romney che non convince del tutto gli evangelici, anche per via della religione mormone, e non è il campione che vorrebbero quelli del Tea Party, che stanno sostenendo eccome Rick Santorum.

Per parte sua, Romney esprime fiducia, dopotutto è il frontrunner, è davanti e minimizza dicendo che non aveva mai pensato di affermarsi in Alabama o Mississippi. Una bugia lunga così, ci ha provato eccome a vincere, ma il blitz non gli è riuscito e si ritrova a correre sì in testa ma con il traguardo che ancora non si vede. Ed ogni giorno che passa è un giorno perso per lui e guadagnato dagli avversari, interni e esterni, che stanno sondando i suoi punti deboli.

Come la posizione sull’immigrazione. Pensava di far leva sulla paura appoggiando incondizionatamente la recente legge, varata in Alabama, nota come HB56. Una disposizione molto dura che “stabilisce una nuova forma di segregazione, proprio come ai tempi di Jim Crow. Tocca in modo odioso ogni aspetto della vita dei clandestini in modo da costringerli ad andarsene spontaneamente. E parliamo di gente che vive qui da decenni, i cui figli hanno la cittadinanza americana”. Lo scorso Venerdì decine di migliaia di persone si sono ritrovate a Montgomery davanti al Campidoglio, a pochi passi dalla prima Casa Bianca dei Confederali, per chiedere l' abolizione del HB56 in una riedizione della storica marcia per i diritti civili del ' 65.
Gli afroamericani al fianco degli ispanici: "I leader neri hanno deciso di appoggiare questa battaglia perché sentono che c' è la stessa atmosfera di allora". La cosa fa un certo effetto dal momento che viene dalla città in cui Rosa Parks, nel 1955, rifiutò di cedere il posto a un bianco sull'autobus innescando di fatto la rivolta che ha fatto la storia dei diritti civili.

Per la verità Romney ha fatto di più, promettendo il suo veto al Dream Act , la legge che dovrebbe garantire la green card ai giovani che vivono nel Paese da anni. Dichiarazioni che gli sono costate una grande impopolarità tra gli ispanici. Un recente sondaggio ha evidenziato come il 70% degli ispanici voterà per Obama. Le posizioni su aborto ed altro potrebbero altresì portare le donne più emancipate verso Barack Obama.

Insomma, Mitt Romney è davanti, ma la strada è tutt’altro che in discesa, anche se un recente sondaggio dà Romney vincente su Obama.  

Massimo Bencivenga

 

 
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