Obama-Romney e i Grandi Elettori. Un po' di ingegneria elettorale e politica
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Obama-Romney e i Grandi Elettori. Un po' di ingegneria elettorale e politica

Una rapida e inesaustiva occhiata al modello americano dei Grandi Elettori

Obama-Romney e i Grandi Elettori. Un po' di ingegneria elettorale e politica

 

Tra meno di due settimane gli Stati Uniti avranno un nuovo Presidente. I sondaggi riportano per Obama-Romney un testa a testa nelle percentuali e nelle intenzioni di voto, anche se poi ci sono alcune notizie contrastanti, come quelle che danno il Presidente uscente al 60% nel 7% di quanti hanno già deciso di votare.
E che ovviamente si sono sottoposti all’exit poll.
Ad ogni modo, va detto che la percentuale in America conta e non conta, perché ad essere veramente importanti sono i grandi elettori.
I cittadini Usa non eleggono direttamente il presidente.
Ogni Stato elegge, attraverso un sistema chiamato electoral college, con sistema prevalentemente maggioritario, un gruppo di cosiddetti “grandi elettori”, che sono distribuiti in modo proporzionale alla sua popolazione (e per questo periodicamente aggiustato).

I Grandi Elettori sono in tutto 538, vale a dire che chi ne servono almeno 270 per arrivare alla Casa Bianca. Il partito che prende un voto in più prende tutti i Grandi Elettori di quello Stato. Ecco perché le percentuali vanno prese come indicatori generali di una tendenza e non come misuratori effettivi delle probabilità di vincere di ciascun candidato.

E’ possibile che un candidato possa ottenere la maggioranza dei voti totali e non diventare Presidente. Senza andare troppo in là con la memoria, questa cosa successe nel 2000, allorquando Al Gore ottenne lo 0,4 per cento dei voti in più rispetto a George W. Bush, che però vinse tra i Grandi Elettori, anche se grazie alla contestata decisione della Corte Suprema sul voto in Florida.

 

 

Insomma: per capire come sono messi oggi Obama e Romney bisogna guardare più ai singoli dati, stato per stato, che a un unico dato nazionale.

E allora diamolo uno sguardo.
Prima però vorrei dire che sin da Gennaio io avevo indicato nel mormone milionario il candidato dei Repubblicani. Non che ci volesse granchè, a dire la verità.
Quello che non avevo affatto pronosticato era un testa a testa, e ancora non mi capacito di come tanti americani possano pensare di farsi guidare da uno che si crede investito per la missione da una Profezia mormone, e che, in quanto a intelligenza generale, fa sembrare intelligente anche uno come Bush Junior. Per non parlare del lato etico, e della libertà che lascia alle donne in materia di aborto.

Ma diamo uno sguardo agli Stati e ai Grandi Elettori.

Ad Obama vengono assegnati almeno 18 Stati e il District of Columbia, e precisamente: Washington, California, Oregon, New Jersey, New Mexico, Minnesota, Michigan, Illinois, Hawaii, Maine, Vermont, Connecticut, Rhode Island, Massachusetts (dove Romney è stato Governatore), New York, Pennsylvania, Maryland, Delaware. In tutto fanno 237 grandi elettori, 33 in meno di quelli che gli servono per essere rieletto.

A Romney vengono assegnati 23 Stati, meno popolosi e, pertanto, con meno Grandi Elettori.
E sono (sarebbero): Idaho, Montana, Wyoming, Utah, Arizona, North Dakota, South Dakota, Nebraska, Kansas, Oklahoma, Texas, Missouri, Arkansas, Louisiana, Mississippi, Alabama, Georgia, South Carolina, Tennessee, Kentucky, Indiana, West Virginia e Alaska. Per un computo totale di  191 grandi elettori, vale a dire 79 in meno di quelli che gli servono per vincere.

18 e 23 fa 41, ne mancano 9 per arrivare ai 50 dell’Unione. Gli Stati in bilico, e che pertanto potrebbero risultare decisivi sono: Colorado (9), Florida (29), Iowa (6), New Hampshire (4), Nevada (6), North Carolina (15), Ohio (19), Virginia (13) e Wisconsin (10). Nelle parentesi c’è il numero do Grandi Elettori in bilico.

Se Obama prende la Florida, gli basterà poi conquistare un solo altro Stato e sarà fatta. Restringiamo un po’ ancora.
In Nevada e in Iowa dovrebbe spuntarla Obama. Entrambi gli Stati mettono in palio 6 grandi elettori, Obama arriverebbe a 249, a 21 dalla rielezione.
Romney ha un vantaggio piccolo eppur significativo in North Carolina, che assegna 15 grandi elettori. Arriverebbe pertanto a 206, per vincere dovrebbe raccattare altri  64 voti.

Rimangono altri 6 Stati: Colorado, New Hampshire, Florida, Ohio, Virginia, Wisconsin. I più grandi di questi sono Ohio e Florida, che mettono in palio rispettivamente 19 e 29 grandi elettori.
Qui le combinazioni possibili per vincere sono molte, la maggior parte di queste è favorevole a Obama.

Presi per certi i dati di Nevada e IowaObama, a Obama basterebbe vincere solo in Florida, in pieno accordo con quanto detto sopra, quando si parlava dei 9 Stati in bilico.

Se Romney si accaparra la Florida, l’Ohio diventerebbe decisivo per entrambi.

Ma se pure Romney la puntasse in Florida e in Ohio, Obama sarebbe rieletto Presidente qualora si aggiudicasse, oltre al Nevada e all’Iowa anche il Colorado (9), il New Hampshire (4) e il Wisconsin (10).

Le combinazioni sembrerebbero favorevoli a Obama, ma bisogna assicurarsi gli Stati per assicurarsi i Grandi Elettori.

Massimo Bencivenga

 

 
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