Il silenzio elettorale al tempo di Facebook e Twitter. C'č qualcosa da rivedere?
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Il silenzio elettorale al tempo di Facebook e Twitter. C'č qualcosa da rivedere?

Diciamo la veritā: non c'č silenzio. Nč puō esserci... E allora? Togliamo tutto, perlomeno si partirā alla pari. O quasi.

Il silenzio elettorale al tempo di Facebook e Twitter. C'č qualcosa da rivedere?

 

C’era una volta il silenzio elettorale. Per la verità c’è ancora. Ci sarà in futuro?
Tra le tante cose che andrebbero riviste, ci sarebbe anche una legge del 1956 che regola il silenzio elettorale, la quale, giocoforza, non si adatta più al nostro mondo.
La legge del 1956 recita: “nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda. Nei giorni destinati alla votazione altresì è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali. E’ consentita la nuova affissione di giornali quotidiani o periodici nelle bacheche previste all’art. 1 della presente legge. Chiunque contravviene alle norme di cui al presente articolo è punito con la reclusione fino ad un anno e con la multa da lire 100.000 a lire 1.000.000 (Articolo così modificato da ultimo dall’art. 113, legge 24 novembre 1981, n. 689. Successivamente l’art. 15, legge 10 dicembre 1993, n. 515, ha disposto che in caso di violazione delle disposizioni contenute nel presente articolo si applichi, in luogo delle sanzioni penali, la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 103 a euro 1032)”.

Il problema adesso è Internet, e prima erano le telefonate da fisso o da cellulare. Si può evitare una cosa del genere?



Mi è già capito che il giorno delle elezioni mi arrivi una inserzione a pagamento che mi invita a votare un candidato. Ogni volta che si affronta un problema legato alla Rete ci si va a impelagare in un ginepraio dal quale difficilmente se ne esce facendo contenti tutti.
L’unico modo per uscirne senza danneggiare tutti, a parer, consiste nell’eliminazione del silenzio elettorale; solo in questo modo si garantisce (almeno teoricamente) che tutti possano partire alla pari. In caso contrario qualcuno, l’onesto, se ne starà a casa sua confidando nella buona stella mentre qualcun altro, più smaliziato e furbo, sarà a postare commenti e a lanciare tweet in giro per il paesello o per il Paese Italia.
Se a ciò aggiungiamo che tanti giovanissimi si informano principalmente usando Internet e i social, credendo a tutto e al contrario dello stesso, ecco che vien fuori un quadro non proprio bello, per chi si ostina a non voler fare uno sforzo per comprendere le nuove tecnologie di comunicazione.
La mia proposta, eliminare del tutto il silenzio, è una provocazione, ma in questo modo abbiamo a che fare con: due modelli diversi di fare comizi, due velocità diverse. E due giorni in più per chi sceglie il web.

Prendo ad esempio l’ultima tornata elettorale negli Usa, per far capire che il fenomeno non va sottovalutato. Va detto che lì non esiste alcun silenzio elettorale.

L’hashtag #VoteObama è stato sponsorizzato per tutta la giornata delle elezioni; Obama s’è presentato alle elezioni forte di oltre 20 milioni di seguaci su Twitter.
Nella giornata elettorale Mitt Romney è stato in grado di aumentare i suoi solo di 44.550; Obama ha aggiunto altri tre milioni di nuovi followers.
Facebook ha fatto notare che le elezioni 2012 hanno ricevuto un livello record di buzz. Su una scala di 10 punti, le elezioni hanno ottenuto 9.27 punti di buzz, dati che possono essere imputatati all’incremento degli elettori più giovani su Facebook. Durante la notte elettorale del 6 novembre hanno creato buzz su Facebook una media di uomini tra i 25 ei 34 anni e le donne di età compresa tra i 25 e i 34.
“Ci sono stati 71,7 milioni di messaggi e commenti relativi alle elezioni su Facebook solo negli Stati Uniti, mentre sono stati 88,7 milioni le citazioni su Facebook a livello globale.”

Twitter ha riferito che Obama è stato anche il più twittato delle elezioni 2012, raggiungendo i numeri impressionanti di 327.453 tweets al minuto.
In totale Twitter ha stimato circa 31 milioni di tweets relativi alle elezioni inviati nel giorno stesso dell’election day. Alla faccia del silenzio elettorale.

 

I dati di Instagram riportano che, subito dopo la vittoria di Barack Obama, il numero di foto caricate su Instagram ogni secondo è salito a 2,1. Gli utenti americani hanno taggato più di 100.000 foto con #IVoted, e 150.000 foto con #election2012.

La foto di Obama abbracciato a Michelle è stata il cinguettio più retwittato di sempre nonché la foto che ha ricevuto più like nella storia di Facebook.
Sembra un altro mondo, quello americano. Lo è. Ma su Internet non esistono confini né Stati.
E nemmeno il silenzio.

Senza contare che anche le congratulazioni corrono sul Twitter e sul web, anche le telefonate sono diventate deliziosamente retrò.

Massimo Bencivenga

 

 
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