Qual è stata la prima squadra italiana a giocare una finale di Coppa dei Campioni?
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Qual è stata la prima squadra italiana a giocare una finale di Coppa dei Campioni?

Non il Milan, l'Inter o la Juventus, ma la squadra gigliata allenata da Fulvio Bernardini nel 1957

Qual è stata la prima squadra italiana a giocare una finale di Coppa dei Campioni?

I post hanno origini strane, avevo in mente di scrivere qualcosa in merito alla “leggenda” che vuole il nordcoreano Pak Doo-Ik, il carnefice dell’Italia di Fabbri a Inghilterra 1966, essere stato ai tempi un dentista e non già un calciatore.

Si tratta di una leggenda metropolitana, Pak Doo-Ik aveva studiato come odontotecnico, ma nel 1966 era un caporale dell’esercito nordcoreano, che si occupava di ginnastica.
E giocava a calcio.
La storia del Pak Doo-Ik dentista fu artatamente messa in mezzo per rendere ancora più imbarazzante la sconfitta subita a opera dei ridicoli asiatici, ai quali tanto per dire, Eusebio ne face ben quattro di gol.

Avevo in mente qualcosa del genere, magari ne parlerò in un’altra occasione, quando una amichevole discussione in merito a quale squadra di calcio potesse vantare il maggior numero di trofei internazionali mi ha fornito lo spunto per parlare della prima finale di Coppa dei Campioni, grosso modo la moderna Champions League, giocata da una italiana.

Già, ma qual è stata la prima squadra italiana a giocarsi una finale di Coppa dei Campioni? Il Milan? L’Inter? La Juventus? No.
La Roma? Neanche. Ok, stop al brainstorming.

La prima squadra italiana a scendere in campo in una finale di Coppa dei Campioni è stata la Fiorentina allenata da Fulvio Bernardini.
Proprio così, la Fiorentina.

Da non credere, ma è successo.

Precisamente il 30 Maggio del 1957, a Madrid, e contro il Real Madrid campione uscente dal momento che aveva vinto la prima edizione della Coppa dei Campioni disputata l’anno precedente.

La finale si giocò nel nuovissimo stadio Santiago Bernabéu, che all’epoca era anche il presidentissimo del Real Madrid.

La cornice fu quella delle grandi occasioni, il nuovo impianto fu invaso e gremito in ogni ordine di posto dalle quasi 125mila persone che sfidarono il sole delle 16,30 pur di assistere alla tenzone.

Santiago Bernabéu era presente come detto in qualità di presidentissimo del Real Madrid, nonché come il dirigente che forse più di tutti aveva fatto pressione per l’istituzione di questa Coppa continentale.

S’era speso tanto, Santiago Bernabéu, ma lo aveva fatto a ragione veduta, in quanto aveva l’asso per vincere nella persona e nelle giovate sopraffini di Alfredo Di Stefano.

Lo spregiudicato Santiago Bernabéu s’era aggiudicato l’asso argentino di origini italiane a valle di una controversia con il Barcellona.

Una lite che arrivò in tribunale, laddove un giudice decise che Di Stefano avrebbe giocato alcuni anni al Real Madrid e altri al Barcellona. La squadra catalana, sentendosi offesa da quella che riteneva una sentenza politica, decise di rinunciare per sempre all’asso.

Va detto, a onor di cronaca, che prima dell’introduzione della Coppa dei Campioni, si giocava la Coppa Latina tra le squadre che avevano vinto il campionato nei seguenti paesi: Spagna, Italia, Francia e Portogallo.

Il Milan vinse questa Coppa Latina nel 1951 avvalendosi delle magie del trio scandinavo Gre-No-Li, alias Gren, Nordahl e Liedholm battendo per 5-0 (3 gol Nordahl  e marcature di Burini e Annovazzi) in finale il Lilla.

La Fiorentina del 1957 era allenata da Fulvio Bernardini, un allenatore mai troppo apprezzato, che anni dopo, nel 1964, avrebbe vinto anche uno scudetto con il Bologna nell’unico spareggio-scudetto della nostra storia calcistica, contro l’Inter che pochi giorni prima aveva appena vinto, ancora contro il Real Madrid al Prater di Vienna, la Coppa dei Campioni; ma anche anche l’Inter di Herrera e Suarez si dovette inchinare al  Bologna del “Così si gioca solo in Paradiso!”, come si diceva della squadra emiliana.

Bernardini fu anche, molti anni dopo, ct della nazionale azzurra, ed ebbe il coraggio e l’intuito di far esordire subito, dandogli il 10 di Rivera, un giovanissimo Giancarlo Antognoni.

Insomma, quella Fiorentina era allenata da un grande allenatore e giocava un bel calcio, con la grande ala destra Julinho a dribbalre e a fornire assist a go-go, del resto l’anno prima aveva vinto il campionato italiano.

A quella sfida del 30 Maggio del 1957, la Fiorentina arrivò priva del mediano Chiappella, infortunatosi pochi giorni prima con la nazionale italiana in una sfida contro il Portogallo.

Al suo posto Bernardini fece giocare il giovane Scaramucci, che giocò bene, ma il titolare era sicuramente più forte, più maturo e più carismatico.

La partita si giocò coem detto alle 16,30 perché i club non si accordano sulla notturna, che peraltro avrebbe inaugurare il nuovo impianto di illuminazione.

Il Real, che l’anno prima aveva vinto contro lo Stade Reims, sottrasse alla squadra francese il loro asso: Raymond Kopa, che però, stante la presenza di Alfredo Di Stefano, fu dirottato più indietro, da centravanti che era.

I viola giocano una buona partita, di contenimento, certo, ma davanti avevano una squadra che sarebbe diventata leggenda, cantata anche da Max Pezzali degli 883 nella canzone Gli Anni

I viola tengono in scacco le merengues sino al minuto 69, vale a dire sino a quando Mateos non s’involò in contropiede, e anche in sospetto fuorigioco, per essere poi mandato per le terre da Magnini ben fuori aerea.

Il fallo era fuori aerea, ma il calciatore furbescamente rotolò dentro l’area di rigore; l’arbitro, volontariamente o meno, abboccò e assegnò il rigore trasformato da Di Stéfano (foto) con un secco destro.

I viola si catapultarono in avanti, ma pochi minuti dopo il Napoleone del calcio, alias Kopa, trovò il corridoio per l’ala sinistra Francisco Gento, stimata ai tempi come il calciatore più veloce del mondo, che si presentò davanti a Sarti e lo battè per il 2-0 finale.  

Ecco le formazioni, con l’attuale dicitura per, grosso modo, modulo di schieramento.

30 maggio 1957, Madrid (stadio)

Real Madrid-Fiorentina 2-0

Real Madrid (4-2-4): Alonso – Torres, Marquitos, Zárraga, Lesmes – Muñoz, Mateos – Kopa, Di Stéfano, Rial, Gento. All.: Villalonga.

Fiorentina (3-4-3): Sarti – Magnini, Orzan, Cervato – Scaramucci, Segato, Gratton, Prini – Julinho, Virgili, Montuori. All.: Bernardini.

Arbitro: Horn (Olanda).

Gol: 69’ Di Stéfano (rig.), 75’ Gento (M).

Spettatori: 125.000 circa

 

Massimo Bencivenga 

 
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