 Ancora una volta in luogo di narrare le magnifiche sorti e progressive di biechi individui capaci di ogni possibile bassezza e nefandezza, di uomini che, per dirla alla William Shakespeare, “l'uomo orgoglioso,ammantato di una breve autorità,sommamente ignorante di ciò di cui si sente più sicuro, nella sua essenza fragile, come un scimmione collerico, compie tali trucchi fantastici, al cospetto dell'alto dei cieli, che gli angeli piangono” voglio raccontare, dopo Paolo Anibaldi, l’insegnamento di un altro uomo meraviglioso: Randy Pausch. Randy Pausch è stato un professore universitario di informatica, interazione uomo-computer e design presso la Carnegie Mellon University (CMU) di Pittsburgh, Pennsylvania.
Un giorno entrò in aula e di fronte a circa 400 allievi disse: “Ho un problema di sistema. Benché abbia sempre goduto di forma fisica strepitosa, ho ben dieci metastasi al fegato e mi restano solo pochi mesi di vita”. Come prova della sua buona salute fece una serie di flessioni. In seguito decise di dare le sue istruzioni, non informatiche, per la vita. Alla sua ultima lezione accorsero studenti, amici e professori da ogni dove, quell’incontro, pieno di riflessioni profonde e ironiche, si trasformò in un inno alla vita. “Trovate la vostra passione e seguitela - disse -, non smettete di cercarla perché altrimenti ciò che state facendo è solo aspettare la Mietitrice”.
Randy Pausch fu in alcune occasioni citato da Time tra le cento persone più influenti del mondo, la morte l'ha affrontata a viso aperto: “Non la battiamo vivendo più a lungo, ma vivendo bene e pienamente, perché ella verrà per tutti noi”. E ancora “Non perdete mai la capacità di stupirsi tipica dei bambini. E’ troppo importante. E’ quella a spingerci ad andare avanti, ad aiutare gli altri” o “Mi lamentavo con mia madre di quanto fosse difficile quell’esame all'università, e di quanto fosse spaventoso. Lei si inclinò verso di me, mi diede un buffetto sulle spalle e mi disse: “Sappiamo bene come ti senti, tesoro, ma ricorda, tuo padre alla tua età combatteva contro i tedeschi” e “Ho una mia teoria sulle persone che provengono dalle famiglie numerose: sono persone migliori degli altri, perché hanno dovuto imparare come andare d’accordo con gli altri”. E così via.
Qualcuno ha voluto vedere nella “Last Lecture” intitolata "Realizzate i Vostri Sogni d'Infanzia" ("Really Achieving Your Childhood Dreams"), presso la Carnegie Mellon University il 18 settembre 2007 una bieca dimostrazione di arroganza e protagonismo dell’autore, insomma un terminale atto di egoismo.
Io non sono di quell’idea.
The last lecture (video), l’ultima lezione, di solito la tengono i professori che vanno in pensione. La lezione di Randy Pausch, portata anche su carta nel libro “L' ultima lezione. La vita spiegata da un uomo che muore”, edito in Italia da Rizzoli è un'altro tipo di lezione.
Quella che leggiamo in queste pagine, invece, è la lezione di un uomo che muore. Un uomo che incita le persone a realizzare i propri sogni.
Perché spesso ci accorgiamo del valore della vita quando la stiamo perdendo, perché spesso ci accorgiamo di amare una persona solo quando non c’è più, perché spesso siamo incapaci di dire quello che proviamo, perché spesso non ci rendiamo conto della poesia di una bella giornata, di una semplice passeggiata o di un ciao.
Perché spesso rinunciamo ad inseguire le nostre speranze, le nostre passioni, i nostri sogni…
Massimo Bencivenga
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