Ecco perchè il Pd non può dire di aver vinto le amministrative del 2012
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Ecco perchè il Pd non può dire di aver vinto le amministrative del 2012

Il Pd tiene, soprattutto se confrontato con il Pdl, ma non deve pensare di aver le persone dalla loro parte quasi per inerzia

Ecco perchè il Pd non può dire di aver vinto le amministrative del 2012

 

Adesso che i ballottaggi sono terminati il quadro delle amministrative 2012 è, o perlomeno dovrebbe essere, più chiaro. L’Unità ha titolato 14 a 5: il Pd ribalta la partita con Pdl e Lega.
I numeri secchi dicono questo. Forse dovremmo dire 6, con il caso di Catanzaro. Ma è vera gloria? La cosa peggiore che può fare il Pd è pensare di avere, sic et simpliciter, il paese dalla loro parte.

Tale percezione di consenso era ancora più forte dopo le regionali del 2005, l’anno dell’ormai famoso cappottone per 12-2, e tutti sappiamo poi come andò a finire, con Berlusconi che quasi pareggiò (o le pareggiò?) le politiche del 2006.

Insomma i tempi in politica sono tutto, e da qui a un annetto di cose ne possono succedere eccome, basti pensare che la prima volta, per vincere, a Silvio Berlusconi bastarono solo 4 mesi. E poi ci sono delle situazioni obiettive da analizzare e considerare.

 

 

Le vittoria più squillante per il Pd di questa tornata elettorale, quella di Genova del Doge Marco Doria, non si può considerare una vera vittoria, dal momento che il nome del discendente del famoso casato è emerso dalle primarie. E in quelle primarie il Pd aveva sostenuto due donne: Marta Vincenzi e Roberta Pinotti.

Quello delle primarie è un nodo cruciale per il Pd.

Se l’idea che si sono fatti di primarie consiste nella vidimazione di qualcosa che i maggiorenti hanno già deciso a tavolino, allora sono fuori strada. Perché? Perché le persone che si riconoscono nei valori del Pd hanno un po’ in uggia questi metodi old style. E non di rado, il popolo delle primarie boccia le scelte delle segreterie. Basti pensare al caso di Belluno. Nella provincia veneta, un certo Jacopo Massaro (foto), capogruppo Pd al comune, chiese le primarie. Che non ottenne, perché il Pd decise di candidare tal Claudia Bettiol, un avvocato.

Sapete come  andata a finire? Che Jacopo Massaro ha messo su una sua lista ed è andato al ballottaggio. E lo ha vinto.

Jacopo Massaro è il nuovo sindaco di Belluno. Lui appartiene al Pd, ma può considerarsi, questa di Massaro, una vittoria del Pd?  

A Palermo è andata come è andata, e d’ora in poi, se fossi un giovane del Pd, starei ben lontano dall’ala protettrice di gente come D’Alema&Co, hanno infatti il potere di far apparire vetusto anche chi ha solo 30 anni, oltre al fatto di farli perdere.

E poi c’è Parma. Una volta le regioni centrali erano la roccaforte dei rossi, adesso è in mano a Federico Pizzarotti del Movimento 5 Stelle, che hanno recuperato uno svantaggio importante.

L’impressione generale è che il Pd possa spuntarla contro i vecchi schemi (Pdl, Udc, Terzo Polo, Lega Nord), ma paga dazio contro il nuovo (M5S, Idv, etc). Alfano, dal canto suo, si è speso molto per Agrigento ed alla fine, al ballottaggio, il candidato del Pdl, sostenuto da una schiera lunghissima di partiti, ha perso contro Zambuto dell’Udc. Mi sa che i mugugni verso di lui aumenteranno, ormai una larga fetta del Pdl vuole le sue dimissioni.

Il Terzo Polo? Esiste? Se esiste, allora è non pervenuto.

La Lega ha perso i ballottaggi, e anche da quelle parti l’aria è quella da sfida all’Ok Corral.

Questa tornata elettorale, comunque, è stata vinta dalla foto di Vasto.

Ma tra un anno? Magari con una nuova legge elettorale e nuove alleanze?

Come la solito “Grande è la confusione sotto il cielo. Quindi, la situazione è eccellente”.

Già, ma per chi?

Massimo Bencivenga


 

 
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