Karl Rabeder, l'ex milionario, così diverso da Larry Ellison e dalle wags
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Karl Rabeder, l'ex milionario, così diverso da Larry Ellison e dalle wags

Mentre due milionari, Ellison e Bertarelli, bruciano i loro soldi sull'acqua un altro, Karl Rabeder, ha deciso di diventare povero...

Karl Rabeder, l'ex milionario, così diverso da Larry Ellison e dalle wags

Strana gente i milionari. Psicologi, psicoterapeuti e sociologi li studiano da anni per arrivare alla conclusione che i milionari sono come i non milionari. Solo che hanno i soldi. Insomma hanno anche loro le loro manie, i loro momenti bui, le loro fisime e i loro tic, né più né meno come gli altri. In questi giorni due rappresentanti della categoria (Larry Ellison e Ernesto Bertarelli) si stanno dilettando con giocattolini, le loro barche in corsa per l’America’s Cup, da 100 milioni di dollari. In questi giorni un loro amico, ben più povero in canna a dire la verità, sta suscitando scalpore per la sua decisone di uscire dal club dei milionari per entrare, in quello ben meno ambito, dei poveracci. Karl Rabeder, 47anni, businessman e milionario austriaco ha scelto di regalare ad associazioni benefiche i 3,4 milioni di euro del suo patrimonio. Il motivo?

Non era felice. Sono i giorni di San Valentino, i giorni della felicità a prescindere e fa un certo effetto vedere e sentire un’affermazione del genere. Il vecchio adagio “i soldi non fanno la felicità” sembrava essere un contentino buono quanto “è più facile che un cammello passi nella cruna di ago che un ricco entri nel regno dei cieli”. Anche perché la parola d’ordine d’inizio millennio è stata anche una smodata esibizione dei soldi, una esibizione a volte violenta, molto simile a quella dei conquistadores spagnoli o degli imperatori romani. Una esibizione che ha il pregio di essere ammaliante.
Alcuni sociologi e scrittori hanno anche cercato di nobilitare tale pratica asserendo che un milionario ha dei doveri verso la società che l’ha aiutato a diventare tale. Vero, verissimo. Ma se la riconoscenza dei milionari del bel paese è (Come Fiat e Tod’s) scappare all’estero affamando i loro dipendenti c’è qualcosa che non va.
Karl Rabeder è stato fulminato proprio in uno dei posti per i quali in tanti farebbero carte false. Karl Rabeder, il milionario ex, ha avuto la folgorazione sulla strada di Damasco alle isole Hawaii. Lì dice di aver capito la vacuità della vita del milionario. Karl Rabeder ha parlato di finzione, di farsa messa su da lui e dalla gente che ruota intorno ai milionari.
La felicità non si compra. Non con i soldi.
E’ qualcosa di più intimo, una strada interiore e spirituale da affrontare senza la zavorra dei soldi. Già, perché per Karl Rabeder tra lui e la felicità il muro di gomma che lo rimandava al punto di partenza erano proprio i soldi. Intimamente convinto di ciò, al ritorno ha organizzato una lotteria mettendo in vendita la propria villa lussuosa, dotata di laghetto, sauna, spettacolare panorama alpino, valutata 1,6 milioni di euro insieme alla casa in Provenza, circondata da 17 ettari di terreno, stimata 700mila euro, nonché la sua lussuosa Audi A8 e una collezione di alianti.
Per sé vorrebbe una baita o un monolocale a Innsbruck.

 

 

 

Cos’ha di diverso Karl Rabeder dagli oligarchi russi che pagano Kafelnikov (un ex top 10 del tennis) come istruttore di tennis dei figli, ma che negano un pasto ad un poveraccio in Russia?
Cos’ha di diverso Karl Rabeder dalle wags dei calciatori capaci di spendere 50mila euro in vestiti in pochi minuti come di negare un euro al barbone fuori l’atelier?

 

La risposta si perde nei meandri delle emozioni, dell’educazione, della ricerca di un equilibrio e di un senso della vita che le wags hanno, per quanto discutibilissimo, e che viceversa lui, Karl Rabeder l’ex milionario, non aveva, non riusciva a trovare.

 

Il ricavato è stato donato a delle associazioni che si occupano di microcredito, sul modello Yunus, operanti in Sudamerica.

 

Non sappiamo se la sua nuova e spartana esistenza potrà dargli il senso della vita che sembra mancargli. La felicità non si compra con i soldi, ma anche per le persone "normali" non è così facile da raggiungere, ed anche in questo caso la mancanza dei soldi c’entra poco.
Noi glielo auguriamo di tutto cuore, ma abbiamo come l’impressione che, per un’anima tormentata come la sua, non sarà facile
.

 

Massimo Bencivenga

 
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