Le elezioni politiche e i possibili numeri al senato
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Le elezioni politiche e i possibili numeri al senato

Al Senato sarà difficile per la coalizione di centrosinistra avere la maggioranza. Ecco alcune ipotesi...

Le elezioni politiche e i possibili numeri al senato

 

La campagna elettorale sta per entrare nel vivo. L’ultimora narra di accordo tra Pdl e Lega Nord, senza però specificare chi sarà il frontman tra Berlusconi, Alfano e Tremonti, quest’ultimo molto caldeggiato dalla Lega, ma con Berlusconi non si sa mai. Ad ogni modo questa alleanza, oltre a far crescere un polo, scompagina non poco i piani della coalizione di centrosinistra. Una simile alleanza rischia di non far avere la maggioranza al Senato.

Il Porcellum prevede infatti che al Senato non ci sia un solo premio di maggioranza nazionale, come avviene alla Camera, ma ce ne sia uno per ogni regione. Questo meccanismo genera risultati complessivi particolarmente equilibrati e di fatto determina la stabilità o l’instabilità dei governi. Fu pensato per evitare il cappotto nel 2006 e rischia di creare impasse in questo 2013. Andiamo un po’ a vedere cosa succederebbe in uno scenario che vedrebbe la coalizione di centrosinistra (Pd, Sel, Psi e altri) vincere ovunque tranne che Lombardia, Veneto e Sicilia, dove la situazione è oggi molto incerta. Sembra uno scenario da Grandi Elettori americani. E per certi versi lo è.

Qualora il centrosinistra non “espugnasse” Lombardia, Veneto e Sicilia non avrebbe la maggioranza, potendo contare su 149 sui 158 che servono per la maggioranza assoluta in Senato. Dal computo vanno esclusi i senatori a vita, che sono anche due in meno, dal momento che Monti è candidato e che Rita Levi Montalcini è deceduta. Al netto di Monti, i senatori a vita sono solo tre: Giulio Andreotti, Emilio Colombo e l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Il computo dei senatori arriverebbe a 157 se il centrosinistra vincesse in solo una regione tra Sicilia e Veneto e non in Lombardia.

Qualora il centrosinistra riuscisse ad aggiudicarsi la Sicilia e il Veneto, ma non la Lombardia otterrebbe 165 seggi. Un numero che garantirebbe la maggioranza, sia pure non larga.

Altro scenario: vittoria del centrosinistra in Lombardia, ma non in Sicilia e in Veneto. La conta finale sarebbe 162 seggi; ancora maggioranza, ma ancora più risicata.

La vittoria in Lombardia e in una sola regione tra Sicilia e Veneto porterebbe la somma a 170.

L’optimum, per il centrosinistra, sarebbe vincere in tutte e tre le regioni “tossup” e portare la conta dei senatori a 178.

Tutto ciò nell’ipotesi che il resto delle regioni scelga il centrosinistra. Ed ecco perché la recente alleanza di Berlusconi con Maroni rischia di mandare in frantumi il sogno di Bersani di governare senza aiuti esterni, leggasi Mario Monti.

La situazione non è delle migliori, perché alcuni sondaggi danno anche la Campania come molto incerta, con la formazione arancione di Ingroia, aiutato da De Magistris, che rischia di far perdere consensi e seggi al centrosinistra.
Insomma, more solito, la situazione è molto confusa; e Mao, prima e durante la Lunga Marcia, soleva dire. “Grande è la confusione sotto il cielo: la situazione è eccellente”.

Già, ma per chi?

Massimo Bencivenga  

 

 
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