Un paese senza leadership che paese č?
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Un paese senza leadership che paese č?

Con la Decadenza, ma pure in assenza della stessa, di Berlusconi s'apre una fase nuova nella politica italiana, contrassegnata dalla mancanza, lungo tutto l'arco costituzionale, di una leadership forte e riconosciuta.

Un paese senza leadership che paese č?

Mentre scrivo, siamo al 7 Ottobre del 2013, i sondaggi politici sembrano penalizzare il partito dell’ex premier Silvio Berlusconi. A sentire questi rilevamenti, l’uscita dalla scena dell’uomo di Arcore farebbe più bene che  male al Pdl, che diventa, con la discesa al 20%, il terzo partito, scavalcato anche da un ringalluzzito M5S che gli stessi sondaggi danno in una forbice tra il 20,9-22%.

Il Pd esce bene per adesso, fa meglio, con il balzo al 32,2%, della performance delle politiche dello scorso Febbraio, ma ancora troppo poco per vincere da solo e avere la maggioranza, perlomeno con il Porcellum. E ricordiamoci che all’indomani della formazioni, alle politiche del 2008, il Pd era al 33%.
Ad ogni modo, di alchimie elettorali e di possibili alleanze ce ne occuperemo a tempo debito.

Adesso questi ci sono e con questi dobbiamo fare i conti. E con un vuoto di potere come mai si è visto nella Storia della tanto vituperata, non a torto, Seconda Repubblica. Nel centrodestra c’era un dominus, Berlusconi: adesso non c’è più. Il centrosinistra è sempre stato più litigioso, e spesso han perso perché hanno puntato sulla persona sbagliata: è ancora così.

Chi raccoglierà l’eredità di Berlusconi? Chi sarà il frontman del Pdl?
Alfano? Quagliariello? Si è fatto sentire anche Raffaele Fitto, ma onestamente non sembrano nomi in grado di scaldare, di entusiasmare come il decaduto. Ammesso che decada davvero.

Nel centrosinistra ci sarebbe un cavallo di razza, Renzi, ma ancora una volta la dirigenza del partito sembra essere cieca. Magari si punterà su Letta, uno che, anche considerando la giovane l’età, perlomeno per gli standard italiani, fa sembrare rock anche Romano Prodi. Ah, ma proprio non c’è un Blair o un Obama italiano? La “cosa” più vicina agli esempi citati sarebbe Matteo Renzi, che i notabili del Pd vedono come il fumo negli occhi.

E il centro? Il centro non c’è, eppure comanda con gli ultimi virgulti dc, vale a dire Letta e Alfano. E anche Renzi a ben vedere… l’eredità della Balena Bianca c’è negli uomini, ma non con i voti. Ci han provato in tanti a creare un centro forte, non ultimi Monti e Casini, non c’è riuscito nessuno dal 1992 a oggi. Ma se non ci sono i numeri, ci sono gli uomini e il modo di fare, quella diplomazia ad oltranza, capace di stremare. Quel cercare sempre l’incontro rinviando il più possibile lo scontro.  

C’è un vuoto di potere negli schieramenti e un vuoto di potere istituzionale, perché questo meccanismo elettorale non consente che maggioranze spurie.

L’Italia da quando è scoppiata la crisi ha avuto tre anni di leadership forte, Berlusconi, ma altro non s’è fatto che pensare ai problemi dello stesso; poi Monti prima e Letta adesso hanno avuto ben poco spazio di manovra. Insomma, siamo senza guida proprio adesso che ci sarebbe bisogno di qualcuno con idee e leadership.

 

 

Massimo Bencivenga 

 
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