C’è un libro, edito da Marsilio Editori, che pone delle domande in merito a ciò che pensano gli “intellettuali” e sulla loro terzietà. Mi viene in mente un passaggio in un libro di Clancy, che dice pressappoco “quel borioso professore pensa che essere intellettuali significhi avere sempre ragione”. Ecco, hanno davvero ragione? Perché li investiamo di una aura super partes che non hanno mai avuto né mai avranno?
Il libro. Per chi suonano il piffero gli intellettuali del piffero? Per se stessi, per avere un posto nella società dell’avanspettacolo politico, offrendo i loro servigi al mercato mediatico, dato che partiti e altre vecchie istituzioni non garantiscono più il ruolo e l’ingaggio di prima. Nell’ultimo ventennio hanno spesso commesso la truffa di travestire da militanza il proprio tornaconto personale: c’è chi ha goduto di posizioni di rendita grazie a opposti finti estremismi, facendo affari col nemico, e chi ha speculato, mettendo “in pegno” non la sua autorevolezza ma l’impegno stesso. Risultato? È ormai cronico quel bipolarismo che da sistema elettorale è diventato disturbo psichico: la sinistra è affetta dalla sindrome dei migliori, la destra ascolta gli istinti peggiori; il centro oscilla secondo convenienza, non coscienza. Così i cattolici fanno i libertini e il moralismo è l’arma delle femministe. E ancora: se le vecchie trombette castrano i figli blaterando di rivoluzione, i giovani senza futuro fanno i tromboni. Per questo il parricidio intellettuale è un diritto naturale, una legittima difesa da praticare azzerando i pregiudizi pregressi e mettendo al servizio di tutti i torti e le ragioni di tutti. Come? Leggendo da adulti (traendone la morale) le favole che raccontano al pubblico gli intellettuali del piffero: furbi storytellers, cattivi maestri e arlecchini del pensiero. Il libro, che fa nomi e cognomi, racconta chi sono i pifferai di Hamelin, i maiali di Orwell, i grilli parlanti; quando lo sono diventati e dove si collocano, dal fronte fantomarxista a quello vaffanculotto; il cosa riguarda i disturbi cognitivi derivati dal ventennio bipolare, quali il patriottismo merdaiolo, la demenza storiografica, la satiriasi giornalistica, la cleptomania, la cassandropausa; legati al perché, al come (auto-fiction, dietrologie, appelli) e con che mezzi, e con l’aiuto di chi, agiscono (gruppi editoriali, movimenti e partiti, magistratura). Infine, si racconta anche quanto prendono: c’è un tariffario di massima, in euro, delle principali prestazioni intellettuali. Cosa fare? Riconoscerli, per non farsi fregare.
L’autore. Luca Mastrantonio è nato a Milano nel 1979. Dal 2011 è alla redazione culturale del «Corriere della Sera» per la progettazione e realizzazione dell'inserto «la Lettura». È stato responsabile cultura e spettacoli del quotidiano «Il Riformista», dal 2003 al 2011. Ha condotto trasmissioni radiofoniche (per Raitre e Radio24) e documentari (per RaiCinema). Ha pubblicato Hugo Chávez. Il caudillo pop (Marsilio 2007), scritto insieme a Rossana Miranda, e Irrazionalpopolare (Einaudi 2008), con Francesco Bonami. Suoi racconti e poesie sono stati pubblicati in antologie (Ogni maledetta domenica, minimum fax 2010) e riviste («Nuovi Argomenti»). Il suo blog è criticalmastra.corriere.it
Dicono del libro
Intellettuali, maghi del piffero La denuncia in un saggio il conformismo mediatico (ben pagato) ma orfano di autentici ideali (Pierluigi Battista, Il Corriere della Sera)
Moralisti & Voltagabbana Un libro (di sinistra) smonta gli pseudo-pensatori (di sinistra) (Luigi Mascheroni, Il Giornale)
Pifferi e tromboni Schizofrenie cognitive e altre malattie dei non parricidabili intellò italiani (Guido Vitiello, Il Foglio)
Guarda il BOOKTRAILER del libro http://www.youtube.com/watch?v=P1Az2ficcnA Ascolta la puntata di MELOG – cronache meridiane http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/melog/
Per info Sara Salmaso Ufficio stampa Marsilio Editori s.salmaso@marsilioeditori.it ph. 3316546472 0412406536 @sara_salmaso
Massimo Bencivenga |