
I libri, come regalo di Natale, rappresentano sempre una bella soluzione. Ne ho regalato tanti; e tanti sono stati a me regalati. Ricordo che un anno regalai I fuochi dell’ira di Wilbur Smith a un amico. Già Wilbur Smith, forse lo scrittore straniero che ha venduto più copie in Italia. O lui o Stephen King. Almeno credo. Eppure non avrei mai letto Wilbur Smith se lo stesso non fosse stato molto caparbio. Già, perché il cantore dell’Africa, l’uomo che mi ha fatto sognare con Courteney, con i Ballantyne, con Taita lo scriba egizio, ebbe qualche bel rifiuto prima di trovare un editore disposto a puntare su un contabile che scriveva di notte. Aveva 25 anni, quindi siamo intorno al 1958, quando Smith (che a Gennaio compirà 70 anni) pensò di proporre una sua storia a degli editori. Ottenne ben 14 rifiuti. E quella storia Smith non l’ha più riproposta. Chissà di che parlava? Nel 1964 ottenne il primo sì, Il destino del leone, anche grazie ai buoni uffici di un agente, che riuscì a vendere a un editore il prodotto. Questa sfilza di rifiuti non è così rara tra gli autori best e long seller.
La casa Editrice Nord, che in Italia ha saputo ritagliarsi un certo seguito, punta ogni anno molto su un tris di autori: James Rollins, Steve Berry e Glenn Cooper.
James Rollins è un veterinario prestato alla narrativa, ha avuto successo con la serie Sigma Force, con protagonisti come Painter Crowe e Grayson Pierce, e il suo Amazzonia è uno dei libri d’avventura più belli letti da me negli ultimi anni. Ebbene, anche Rollins ha avuto i suoi bei rifiuti. Per sua stessa ammissione, il suo primo romanzo fu respinto da 50 agenti diversi, prima di trovare uno disposto a scommettere su di lui e di rappresentarlo.
Steve Berry (foto), avvocato della Georgia, prima di arrivare alla pubblicazione, e quindi anche nelle mie mani, ha avuto, in dodici anni, circa 85 no. Ora, converrete con me che è difficile essere ancora entusiasti dopo aver ricevuto anche “solo” 40 no. Eppure Rollins e Berry, che peraltro sono molto amici, hanno creduto nella grandezza del loro sogno. E hanno avuto ragione. Who dares, wins.
L’altro autore Nord è Glenn Cooper. Una vita affascinante la sua, con studi in medicina e archeologia prima di fondare una società di biotecnologie. E con sempre lì, nella testa, la voglia di scrivere. Il suo romanzo d’esordio La biblioteca dei morti fu pensato per una sceneggiatura poi, accortosi che avrebbe richiesto un budget importante, decise di farne un romanzo. Sottopose il suo manoscritto all’attenzione di ben 65 agenti. 64 gli dissero di no.
Per certi versi mi sento anche di comprendere questi agenti o editori poco lungimiranti; perché in genere si cerca l’usato sicuro. E Rollins, Berry e Cooper, tra braccia che ricrescono, librai 007 e uomini con la coda, tutto sono tranne l’usato sicuro. Ma chi ha creduto in loro è stato ampiamente ripagato. Di storie simili ne sono piene le librerie.
E tu, conosci qualcosa del genere? Massimo Bencivenga
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